Corte di Cassazione – Preliminare di vendita di cosa futura e fallimento del promittente venditore
Cassazione civile, Sez. I, 1 dicembre 2010 n. 24396 - Dott. Proto Presidente - Dott. Cultrera Relatore
Opposizione stato passivo - Preliminare di vendita di cosa futura - Contratto definitivo di vendita di cosa futura - Fallimento promittente venditore - Azione per l'adempimento in forma specifica - Curatore - Esecuzione del contratto - Scioglimento del contratto - Trascrizione - Insinuazione al passivo - Caparra - Recesso
Il contratto preliminare di vendita di cosa futura ha come contenuto la stipulazione di un successivo contratto definitivo e costituisce, pertanto, un contratto in formazione, produttivo dal momento in cui si perfeziona, di semplici effetti obbligatori preliminari, distinguendosi dal contratto di vendita di cosa futura che si perfeziona ab initio ed attribuisce lo ius ad habendam rem nel momento in cui la cosa venga ad esistenza; ne consegue che, accertata la sussistenza di un contratto preliminare di vendita di cosa futura, nel caso di fallimento del promittente venditore, anche quando il promissario acquirente abbia già proposto domanda giudiziale per l'adempimento in forma specifica ai sensi dell'art. 2932 c.c. ed abbia, inoltre, trascritto la domanda stessa, resta impregiudicata per il curatore ai sensi dell'art. 72 legge fall. la facoltà di dare esecuzione al contratto, oppure (come nel caso di specie) di chiederne lo scioglimento, con l'effetto, in tal caso, che la parte non inadempiente non può insinuare al passivo il credito risarcitorio costituito dal doppio della caparra confirmatoria versata, dal momento che la res futura non è ancora venuta ad esistenza e, conseguentemente, anteriormente all'apertura della procedura concorsuale, non era ancora sorto, in capo al promissario acquirente il diritto al recesso derivante dall'inadempimento dell'altro contraente. (Massima Ufficiale)
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