Corte d'Appello di Firenze – Azione di responsabilità nei confronti dell'amministratore della società fallita: presupposto affinché il c.d. “vantaggio compensativo” possa risultare idoneo a neutralizzare il danno causato.

Corte d'Appello di Firenze, Sez. Imprese, 22 gennaio 2021 – Pres. Edoardo Enrico Alessandro Monti, Cons. Rel. Anna Primavera, Cons. Dania Mori.

Fallimento – Azione di responsabilità nei confronti dell'amministratore – Risarcimento dovuto - Tesi difensiva addotta dal convenuto - Vantaggio compensativo – Idoneità a neutralizzare il danno arrecato – Presupposto necessario.

In tema di responsabilità dell'amministratore nei confronti della società poi fallita, può parlarsi di “vantaggio compensativo” derivante dall'operato dell'amministratore, idoneo a neutralizzare, in tutto o in parte, il danno arrecato alla società, solo quando esso sia causalmente legato, al pari del danno, al medesimo e specifico atto di gestione assunto come colpevole fonte di responsabilità e non anche se effetto di una distinta serie causale. Tale principio si deve ritenere possa trovare applicazione anche nel caso di atto posto in essere da un amministratore in un contesto di collegamento di società, atteso che l'appartenenza al medesimo gruppo societario consente di riconoscere connessioni rilevanti di interessi, formalmente distinti, dei vari soggetti giuridici che compongono il gruppo; ciò purché l'amministratore ritenuto responsabile del danno ottemperi all'onere di allegare e provare gli specifici interessi indiretti e mediati, connessi al vantaggio complessivo del gruppo, che dal suo stesso operato risultino derivati e la loro idoneità a compensare efficacemente gli effetti immediatamente negativi per la società da lui gestita dell'operazione compiuta. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

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