Corte di Cassazione (16067/2018) - Possibilità che i bilanci degli ultimi tre esercizi possano costituire prova della non fallibilità dell'imprenditore, anche se non depositati nel registro delle imprese.

Corte di Cassazione, Sez. I civ., 18 giugno 2018 n. 16067 – Pres. Antonio Didone, Rel. Eduardo Campese.

Fallimento – Imprenditore – Requisiti di non fallibilità - Sussistenza - Prova - Bilanci degli ultimi tre esercizi – Mancato deposito – Validità - Giudice – Considerazione come inattendibili – Accertamento della non approvazione - Conseguente concreta motivazione - Necessità.

Ai fini della prova, da parte dell'imprenditore, della sussistenza dei requisiti di non fallibilità di cui all'art. 1, secondo comma, L.F., i bilanci degli ultimi tre esercizi possono ritenersi validi anche se non depositati nel registro delle imprese, in quanto il giudice non può ritenerli per ciò stesso inattendibili senza uno specifico accertamento della non intervenuta loro approvazione e senza una conseguente concreta motivazione del perchè della conclusione cui è addivenuto [nello specifico, la Suprema Corte ha, pertanto, cassato con rinvio la decisione del giudice del merito, in quanto ha ritenuto che l'avvenuta approvazione di quei bilanci, e pertanto la loro non riconosciuta attendibilità, sarebbe stata facilmente evincibile solo che la Corte d' Appello avesse acquisito, come richiesto ai sensi dell'art. 210 c.p.c. dalla fallita in sede di reclamo ex 18 L.F., i verbali delle relative assemblee già depositati nella cancelleria fallimentare, unitamente ai libri giornali, ai corrispettivi, ai registri IVA ed agli scontrini fiscali di chiusura giornaliera relativi a quel triennio]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://www.fallimentiesocieta.it/sites/default/files/Cass.%20Civ.%2016067.2018_0.pdf