Corte di Cassazione (16740/2024) - Cessione d'azienda con prosecuzione del lavoro con il cessionario e successivo fallimento del cedente: obbligo di intervento del Fondo a garanzia del diritto dei lavoratori al TFR allorché venga maturato.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. Lavoro, 17 giugno 2024, n. 16740 - Pres. Umberto Berrino, Rel. Alessandro Gnani.
Cessione d'azienda – Lavoratori dipendenti – Prosecuzione del rapporto di lavoro con il cessionario - Fallimento del cedente – Riconoscimento in sede di insinuazione al passivo del diritto dei lavoratori al TFR maturato alle sue dipendenze - Successiva cessazione del rapporto di lavoro come proseguito – Concretizzarsi in quel momento del diritto dei dipendenti al TFR - Accordo sindacale stipulato al momento della cessione – Permanere della responsabilità per il TFR in capo al cedente – Liberazione del cessionario dall'obbligazione solidale – Inapplicabilità – Cessionario tenuto alla corresponsione - Intervento del Fondo di garanzia istituito presso l'INPS – Esclusione – Presupposto dell'insolvenza non riguardante il nuovo datore di lavoro.
In caso di cessione di azienda con prosecuzione del rapporto di lavoro con il cessionario, cui sia poi seguito il fallimento del cedente, non sussiste un obbligo di intervento del Fondo di garanzia istituito presso l'INPS per il TFR maturato dai lavoratori alle dipendenze del cedente stesso, nemmeno se il relativo credito è stato accertato e riconosciuto in sede concorsuale, poiché il presupposto dell'insolvenza non riguarda il datore di lavoro con cui è in essere il rapporto al momento in cui tale credito diviene esigibile, non rilevando in senso contrario l'accordo sindacale raggiunto ex art. 47, comma 5, L. n. 428/1990, ratione temporisapplicabile, per liberare il cessionario dall'obbligazione solidale di pagare il TFR maturato alle dipendenze del cedente, accordo che non è opponibile all'INPS. (Massima Ufficiale)
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