Tribunale di Milano – Composizione negoziata della crisi: inammissibilità del riconoscimento di misure cautelari che abbiano un contenuto e degli effetti sovrapponibili a quelli delle misure protettive.
Versione stampabileTribunale Ordinario di Milano, Sez. II civ., 22 novembre 2023 (data della pronuncia) – Giudice designato Carmelo Barbieri.
Composizione negoziata – Riconoscimento di misure cautelari – Limiti di durata e contenuto non sovrapponibile a quello delle misure protettive – Ragione sottostante.
In sede di composizione negoziata, i provvedimenti cautelari, come richiesti dal ricorrente, possono avere una durata coerente con quella delle trattative (naturalmente nei limiti temporali di cui all'art. 17, comma 7, C.C.I.) ma non possono però presentare un contenuto e degli effetti sovrapponibili a quelli tipici delle misure protettive, risolvendosi, altrimenti, in uno strumento elusivo del termine di durata massima di tali misure, fissato dall'art. 19, comma 5, secondo periodo, C.C.I. in modo da riservare alla composizione negoziata una porzione predeterminata del termine di durata complessiva di cui all'art. 8 C.C.I.; ciò in quanto la compromissione dei diritti individuali dei creditori non rinviene più un adeguata giustificazione qualora sia trascorso un lasso temporale tale da risultare incompatibile con una prognosi di buon esito delle trattative [nello specifico, il Tribunale ha pertanto dichiarata inammissibile l'istanza di misure cautelari proposta dalla parte ricorrente volta a sospendere sino alla scadenza del termine annuale della composizione negoziata, l'efficacia esecutiva dei titoli giudiziali detenuti da determinati creditori, in quanto il termine di durata massima di 240 giorni ex art. 19, comma 5, C.C.I. delle misure protettive era già stato, interamente consumato e le misure cautelari richieste risultavano avere un contenuto e degli effetti sovrapponibili a quelli, tipici delle misure protettive]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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