Corte di Cassazione (21661/2018) - Domanda di insinuazione supertardiva al passivo proposta dagli eredi e sussistenza o meno di una causa del ritardo non imputabile agli istanti: valutazione rimessa al giudice del merito.
Corte di Cassazione, Sez. I civ., 05 settembre 2018, n. 21661 – Pres. Giulia Iofrida, Rel. Antonio Pietro Lamorgese.
Fallimento – Stato passivo – Domanda supertardiva di insinuazione – Ammissibilità – Ritardo dipendente da causa non imputabile all'istante – Presupposto necessario – Accertamento rimesso al giudice del merito – Valuazione congruamente e logicamente motivata – Non ricorribilità in Cassazione.
Fallimento – Stato passivo – Domanda tardiva di insinuazione – Proposizione – Termine di decadenza - Dodici mesi dal decreto di esecutività – Particolare complessità della procedura - Possibile proroga fino a diciotto mesi – Decisione riservata al tribunale - Deliberazione in sede di dichiarazione di fallimento.
In caso di domanda cd.supertardiva di ammissione al passivo ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 101 l.fall., la valutazione della sussistenza di una causa non imputabile che giustifichi il ritardo del creditore, implica un accertamento di fatto rimesso alla valutazione del giudice di merito, che, se congruamente e logicamente motivato, sfugge al sindacato di legittimità. (Nella specie la S.C. ha confermato la decisione del tribunale che aveva ritenuto inammissibile per tardività la domanda di insinuazione al passivo proposta dagli eredi di un dipendente della società fallita, escludendo che dalla morte del creditore cominci a decorrere un nuovo termine annuale per proporre la domanda in favore dei suoi aventi causa). (Massima ufficiale)
Il termine ultimo di diciotto mesi previsto dall'art. 101, primo comma, ultima parte L.F., in alternativa a quello canonico di dodici mesi dal deposito del decreto di esecutività dello stato passivo, per la proposizione di domande tardive di ammissione, è ipotizzabile solo quando quello di dodici mesi venga prorogato, in sede di dichiarazione di fallimento, dal tribunale in caso di particolare complessità della procedura. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)