Corte di Cassazione (21654/2018) - Richiesta da parte di un creditore di insinuazione tardiva dello stesso credito già ammesso allo stato passivo su istanza di un'altro soggetto: necessità dell'impugnazione del decreto di esecutività.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. VI civ., 05 settembre 2018 n. 21654 – Pres. Andrea Scaldaferri, Rel. Massimo Falabella.
Procedimento fallimentare – Stato passivo – Insinuazione tardiva – Credito confliggente con altro già ammesso – Necessaria impugnazione del decreto di esecutività - Sei mesi - Termine massimo per la proposizione.
Nel procedimento fallimentare la mancata impugnazione, ai sensi della L. Fall., art. 98, dello stato passivo fallimentare, formato in base all'art. 96 della medesima legge, preclude ogni questione attinente all'esistenza e all'entità dei crediti che risultino essere stati ammessi ed all'efficacia dei titoli dal quale quei crediti derivino. Ne consegue che anche il soggetto che insinui tardivamente al passivo, ai sensi dell'art. 101 L.F., un proprio credito che risulti confliggere con altro che sia già stato ammesso in accoglimento di una domanda proposta tempestivamente ex art. 93 L.F., è tenuto ad impugnarlo, ma deve farlo necessariamente, in applicazione analogica dell'art. 327 c.p.c., entro i sei mesi dalla dichiarazione di esecutività dello stato passivo, a meno che non provi la mancata conoscenza da parte sua dell'instaurazione del processo fallimentare [nello specifico, si trattava dell'ammissione tempestiva del credito della banca per ratei di mutuo non onorati e della domanda tardiva di un terzo soggetto che affermava di aver pagato, per conto del debitore, i medesimi ratei; tale domanda, ad avviso della corte, era stata giustamente dichiarata inammissibile dal giudice del merito a motivo della mancata impugnazione da parte del creditore insinuatosi tardivamente al passivo del provvedimento di accoglimento della prima domanda tempestivamente proposta]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
[cfr. in questa rivista: Cassazione civile, Sez. I, 27 ottobre 2017 n. 25640 https://www.unijuris.it/node/3893]