Tribunale di Milano – Concordato preventivo: incapienza del patrimonio sociale ed indispensabile ricorso a finanza esterna per il pagamento dei debiti IVA e per ritenute operate e non versate.

Tribunale di Milano 17 agosto 2015 – Pres. Blumetti, Rel. Rolfi.

Concordato preventivo – Integrale pagamento dell’IVA e delle ritenute erariali – Apparente contrasto con il principio della graduazione dei crediti – Incapienza del patrimonio – Ammissibilità della proposta – Apporto di finanza esterna  - Condizione necessaria.

Per contemperare il principio di cui all’art. 160, secondo comma, L.F. (secondo il quale il patrimonio dell’impresa che ha proposto domanda di ammissione a concordato preventivo, deve andare a soddisfazione dei creditori senza alterare la graduazione dei crediti), che, salvo deroga espressa, costituisce principio inderogabile dell’ordinamento, con la regola dell’art. 182 ter L.F., che, senza contenere alcuna specifica deroga a tale principio, prevede l’integrale soddisfazione dei crediti per IVA e ritenute operate e non versate, si deve ritenere che, in caso di incapienza del patrimonio sociale ed, in particolare, di sua impossibilità a soddisfare tutti i crediti muniti di privilegio generale sui mobili di cui ai punti da 1 a 19 dell’art. 2778 c.c., la proposta di concordato possa ritenersi ammissibile solo ove preveda un apporto di finanza esterna sufficiente al pagamento dei suindicati debiti erariali non falcidiabili, fermo restando il pagamento dei crediti anteriori con il patrimonio aziendale. La proposta di concordato deve, quindi, prevedere che il patrimonio dell’impresa (aziendale e non) vada in primo luogo a soddisfare i crediti nel rispetto delle cause legittime di prelazione; esaurito il patrimonio, ove il debito IVA risulti insoddisfatto,  deve farsi necessariamente luogo ad apporto di finanza esterna per consentire il suo pagamento integrale. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

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