Tribunale di Udine – Inammissibilità della domanda di concordato preventivo in presenza di “atti in frode”; prezzo di acquisto del ramo d’azienda e fattibilità giuridica.

Tribunale di Udine, 9 luglio 2015 – Pres. dott. Venier, rel. dott. Zuliani.

Concordato preventivo – Domanda di ammissione – Atti in frode – Rigetto.

Concordato preventivo – Ramo d’azienda – Offerta d’acquisto – Specificazione dell’imputazione del prezzo alla parte mobiliare, immobiliare o immateriale.

Nell’ambito del procedimento di ammissione alla procedura di concordato preventivo, le consapevoli errate informazioni sulla consistenza dell’attivo e l’omessa denuncia di un debito per il cui pagamento il creditore aveva già ottenuto e notificato decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo integrano gli estremi di quegli “atti di frode” che – in quanto idonei a provocare la revoca del concordato , se scoperti dopo l’ammissione (art. 173 l.f.) – valgono a maggior ragione, e da soli, come giusta causa di rigetto della domanda di ammissione, se già emersi in questa fase. (Giulia Gabassi – Riproduzione riservata)

Qualora il piano di concordato preveda delle proposte irrevocabili d’acquisto di uno o più rami d’azienda, costituiti da beni mobili, immobili, e immateriali, è onere del proponente specificare se ed in quale misura i prezzi offerti siano da riferire alla parte mobiliare, immateriale o immobiliare dei rami d’azienda. In mancanza di questa specificazione non è possibile riferire arbitrariamente i prezzi alla parte immobiliare. Se si imputa l’intero prezzo alla parte immobiliare viene meno la c.d. fattibilità giuridica della proposta di concordato in quanto si propone di fatto un ulteriore (inevitabile anche se quantitativamente indeterminato) sacrificio ai creditori ipotecari, senza produrre una specifica e indipendente attestazione che a quei creditori non sarebbe riservato un trattamento migliore in caso di liquidazione fallimentare. (Giulia Gabassi – Riproduzione riservata)