Corte d’Appello di Catanzaro – Presupposto di fallibilità ex art. 15, 9° co., LF – Onere della prova a carico del debitore.

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Data di riferimento: 
01/03/2011

Corte d'Appello di Catanzaro, 01 marzo 2011 - Pres. Rita Majore - Rel. Giglio.

La previsione dell'art. 15, 9° co., LF, che esige ai fini dell'accoglimento dell'istanza di fallimento un ammontare di debiti scaduti di almeno 30.000 euro, nel riferirsi alla presenza di "debiti scaduti e non pagati"di importo "complessivamente" non inferiore a 30.000 euro quali "risultanti dagli atti dell'istruttoria prefallimentare", impone di tenere conto non solo delle pretese allegate dai creditori istanti, ma di tutti i debiti scaduti e non pagati esistenti al momento della decisione, quali emergenti dalle complessive risultanze dell'istruttoria. (dott.ssa Irma Giovanna Antonini - Riproduzione riservata)

Grava senz'altro sul debitore l'onere della prova della sussistenza dei requisiti esonerativi di cui all'art. 1 LF, senza che alcun onere contrario, anche di mera "allegazione", possa ritenersi gravante sul creditore istante (onere che, peraltro, dovrebbe ritenersi soddisfatto con la presentazione stessa dell'istanza di fallimento, che implica necessariamente la dedotta "fallibilità" dell'impresa. (dott.ssa Irma Giovanna Antonini - Riproduzione riservata)

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[Questo provvedimento si riferisce alla Legge Fallimentare]