Corte di Cassazione (19604/2022) – Il potere del Giudice delegato di impedire il perfezionamento di una vendita fallimentare è subordinato alla verifica che il prezzo di aggiudicazione sia inferiore a quello “giusto” avuto riguardo ai valori di mercato.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. I civ., 17 giugno 2022, n. 19604 – Pres. Andrea Scaldaferri, Rel. Alberto Pazzi.
Liquidazione fallimentare – Procedura competitiva – Svolgimento - Aggiudicazione – Sospensione della vendita – Decreto motivato del Giudice delegato – Esercizio di un potere – Presupposto necessario - Verifica del prezzo giusto di mercato – Riscontro della notevole inferiorità di quello di aggiudicazione.
In tema di liquidazione fallimentare, il potere del Giudice delegato di impedire il perfezionamento della vendita, previsto dall'art. 108, comma 1, L. fall., è subordinato ad una valutazione circa l'inadeguatezza, in termini di notevole inferiorità, del prezzo di aggiudicazione rispetto a quello "giusto", avuto riguardo ai valori di mercato in un determinato ambito geografico, all'epoca in cui la procedura competitiva è stata espletata. (Massima Ufficiale) [nello specifico, la Corte ha precisato che il Tribunale, quale giudice del reclamo proposto ex art. 26 l L.F. avverso la decisione del Giudice delegato di impedire il perfezionamento della vendita, non avrebbe dovuto limitarsi, ai fini di accoglimento del reclamo, a sostenere che non era stato possibile conseguire un migliore risultato all'esito della procedura competitiva, esprimendo un giudizio che nella sostanza vanificava i compiti di controllo a cui il Giudice delegato era chiamato ai sensi dell'art. 108, primo comma, L. fall., ma avrebbe dovuto verificare l'esistenza di una notevole discrasia fra risultato e mercato, in quel luogo e in quel momento]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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