Tribunale di Catania – Nel caso in cui un’associazione risulti svolgere attività commerciale, chi partecipa all'attività sociale può essere dichiarato fallito in estensione ai sensi dell'art. 147 L.F.
Versione stampabileTribunale di Catania, Sez. Fallimentare, 22 novembre 2021 – Pres. Mariano Sciacca, Rel. Lucia DE Bernardin, Giud. Fabio Letterio Ciraolo.
Fallimento – Associazione – Svolgimento di attività commerciale – Fallimento in estensione dell'associato - Ammissibilità – Fondamento.
Stante che la regola generale del diritto civile è quella della responsabilità col proprio patrimonio solo per le obbligazioni personalmente assunte, di tal che la responsabilità per debiti altrui si profila come un'eccezione che deve essere espressamente prevista dal legislatore e dal momento che, a differenza di quanto avviene nei casi previsti dalla legge con riferimento ai soci delle società di persone che rispondono senza alcuna limitazione per i debiti contratti dalla stessa, il soggetto che ha agito in nome e per conto di una associazione risponde solo delle obbligazioni personalmente contratte, si deve ritenere che lo stesso non possa essere dichiarato fallito solo per aver svolto attività in nome nell'interesse dell'associazione. Pur tuttavia, se la sentenza dichiarativa di fallimento ha appurato l'espletamento di attività commerciale da parte dell'associazione, con conseguente, pur se implicita, riqualificazione della natura di tale ente quale società irregolare, perché non iscritta nel registro delle imprese (onere cui soggiace l'imprenditore commerciale ex art.2195 cc), chi partecipa dell'attività sociale si può ritenere ricopra, nella sostanza, la qualità di socio di fatto di una società in nome collettivo irregolare e come tale possa essere dichiarato fallito in estensione ai sensi dell'art. 147 L.F. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)