Corte d’Appello di Trieste – Fallimento su istanza del P.M. a seguito della segnalazione del tribunale nell’ambito di una procedura prefallimentare.

Corte d’Appello di Trieste, 13 maggio 2013, n. 406 – Pres. dott. Drigani, rel. dott. Cerroni.

Dichiarazione di fallimento – Istanza del P.M. – Segnalazione del Tribunale – Legittimità.

Dichiarazione di fallimento – Art. 7 l.f. – Segnalazione dello stato di insolvenza al P.M. – Tribunale – Procedimento prefallimentare – Necessità.

Dichiarazione di fallimento – Art. 7 l.f. – Segnalazione dello stato di insolvenza al P.M. – Tribunale – Procedimento prefallimentare – Contenuto decisorio – Insussistenza – Terzietà e imparzialità – Sussistenza.

Dichiarazione di fallimento – Art. 5 l.f. – Stato di insolvenza – Prova.

Deve considerarsi legittima la dichiarazione di fallimento intervenuto su istanza del Pubblico Ministero e inoltrata a seguito di segnalazione compiuta dal Tribunale nell’ambito della procedura prefallimentare. (Giulia Gabassi – Riproduzione riservata)

E’ configurabile un dovere del Tribunale preposto alla trattazione dei ricorsi per la dichiarazione di fallimento di segnalazione dello stato di insolvenza al P.M., rientrando anch’esso tra i giudici civili cui spetta tale dovere di comunicazione ex art. 7 l.f. in caso di sopravvenuta desistenza dal ricorso da parte dell’originario creditore. (Giulia Gabassi – Riproduzione riservata)

La trasmissione al P.M. della notitia decoctionis da parte del Tribunale non ha alcun contenuto decisorio, nemmeno come esito di una delibazione sommaria sicché, non essendovi alcuna coincidenza fra il contenuto della segnalazione e l’oggetto della successiva istruttoria conseguente all’iniziativa del P.M., non è neppure astrattamente configurabile una violazione dei principi di terzietà e imparzialità del giudice, intesi come sua equidistanza dall’oggetto del giudizio e dalle parti. (Giulia Gabassi – Riproduzione riservata)