Tribunale di Verona – Supersocietà di fatto e fallimento in estensione ex art. 147, quinto comma, L.F.: la solo condivisione della sede tra una delle società residue e la fallita non è sufficiente a provare che quella ne abbia fatto parte.
Versione stampabileTribunale C.P. di Verona, Sez. Fallimentare, 04 settembre 2023 – Pres. Monica Attanasio, Rel. Pier Paolo Lanni, Giud. Francesco Bartolottti.
Fallimento – Supersocietà di fatto con altri soci – Estensione – Società residua asseritamente facentene parte – Sola condivisione della sede con la fallita – Presupposto insufficiente – Necessità di una rigorosa prova del perseguimento di uno scopo comune.
L'appartenenza ad una supersocietà di fatto da parte di una società già dichiarata fallita ai fini della possibile estensione di quella procedura a detta società e alle altre che ne costituiscono le società residue ai sensi del quinto comma dell'art. 147 L.F. può trovare conferma laddove risulti rigorosamente acquisita la prova del comune intento sociale perseguito, ma va esclusa nei confronti di una di dette asserite partecipanti anche a fronte della condivisione tra la stessa e la fallita di una medesima sede se quello risulti l'unico indizio volto a dimostrare l'esistenza di detto presupposto e laddove, viceversa, quella società abbia un distinta compagine sociale e amministrativa, il che fa supporre una separazione delle relative attività imprenditoriali, ed inoltre: laddove tra quella e la fallita risulti essere stato stipulato un regolare contratto d'affitto per un importo congruo che pur abbia comportato, tra l'altro, la transizione di alcuni dipendenti e l'acquisto di automezzi da parte dell'affittuaria una volta intervenuta la cessazione dell'attività da parte della cedente e non sussistano movimenti finanziari tra le contraenti che non abbiano una chiara giustificazione o che siano incongruenti con le normali operazioni di business, non risultando sufficiente a dimostrare un'intenzione comune in capo alle due società, in particolare, l'unico movimento finanziario tra loro svolto rappresentato dalla compensazione di crediti reciproci. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
[cfr. in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 17 aprile 2020, n. 7903 https://www.unijuris.it/node/5332; Corte di Cassazione, Sez. I civ., 22 febbraio 2021, n. 4712 https://www.unijuris.it/node/5580; Corte di Cassazione, Sez. I civ., 15 febbraio 2023, n. 4784 https://www.unijuris.it/node/6781 e Corte di Cassazione, Sez. VI, 04 marzo 2021, n. 6029 https://www.unijuris.it/node/5597].