Corte di Cassazione (23037/2023) - E' legittima l'applicazione di misure cautelari personali per il reato di bancarotta anche prima della pronunzia della sentenza dichiarativa del fallimento, qualora ricorrano le condizioni previste dall'art. 238, comma 2
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. V pen., 08 marzo 2023, n. 23037 – Pres. Carlo Zaza, Rel. Francesco Cananzi.
P. M. - Stato di insolvenza di una società – Segnalazione ricevuta dal giudice nel corso di un procedimento civile – Presupposto della proposizione del ricorso volto alla dichiarazione di fallimento – Pronuncia ancora avvenuta – Possibile esercizio anticipato dell'azione penale per bancarotta – Legittima applicazione di misure di sicurezza personali.
In tema di bancarotta, è legittima l'applicazione di misure cautelari personali anche prima della pronunzia della sentenza dichiarativa del fallimento, qualora ricorrano le condizioni previste dall'art. 238, comma 2, L. fall. per l'esercizio anticipato dell'azione penale. (Massima Ufficiale) [nello specifico si era verificata una delle condizioni previste da quella disposizione, quella contemplata dall'art. 7, secondo comma, L.F. in quanto l'insolvenza era risultata al pubblico ministero dalla segnalazione proveniente dal giudice che l'aveva rilevata nel corso di un procedimento civile; ciò aveva determinato il verificarsi delle condizioni per l'esercizio dell'azione penale, che può estrinsecarsi anche nella richiesta anticipata di applicazione delle predette misure al fine di interrompere comportamenti la cui protrazione renderebbero definitivo o più dannoso per i creditori l'esito delle condotte delittuose di cui agli artt. 216, 217, 223 e 224 L.F.]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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