Corte di Cassazione (7417/2023) – Consumazione del patrimonio in operazioni di pura sorte o imprudenti: reati fallimentari configurabili. Irrilevanza del fatto che l'imputato sia stato condannato in una veste diversa da quella realmente rivestita.
Corte di Cassazione, Sez. V pen., 21 febbraio 2023, n. 7417 – Pres. Carlo Zaza, Rel. Angelo Caputo.
Reati fallimentari – Compimento di operazioni di pura sorte o imprudenti – Azioni determinanti consumazione del patrimonio - Configurabilità a seconda dei casi della bancarotta fraudolenta o della bancarotta semplice - Criteri distintivi.
Reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale – Condanna dell'imputato quale concorrente esterno anziché quale amministratore di fatto – Consumazione della medesima azione distrattiva – Irrilevanza.
In tema di reati fallimentari, la consumazione del patrimonio in operazioni di pura sorte o manifestamente imprudenti integra il delitto di bancarotta semplice nel caso in cui tali operazioni si inquadrino nell'ambito di condotte tenute comunque nell'interesse dell'impresa, configurandosi, invece, il delitto di bancarotta fraudolenta nel caso in cui l'agente abbia dolosamente perseguito un interesse proprio o di terzi estranei all'impresa. (Massima Ufficiale)
Non integra la violazione del principio di correlazione tra reato contestato e reato ritenuto in sentenza, la decisione con la quale sia condannato un soggetto quale concorrente esterno in un reato di bancarotta fraudolenta, anziché quale amministratore di fatto, qualora rimanga immutata l'azione distrattiva allo stesso ascritta. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)