Corte di Cassazione (34505/2021) – Concordato fallimentare: all'assuntore che agisca per ottenere una spettanza della società fallita, esclusa per tale motivo da un consorzio, è opponibile la clausola compromissoria contenuta nello statuto sociale.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. VI civ. - 1, 16 novembre 2021, n.34505 – Pres. Antonio Valitutti, Rel. Loredana Nazzicone.
Consorzio tra imprese – Società esclusa per fallimento – Concordato fallimentare – Soggetto assuntore – Controversia intentata nei confronti del consorzio – Domanda volta ad ottenere spettanze della fallita allorché in bonis - Clausola compromissoria contenuta nello statuto sociale – Applicabilità – Necessaria devoluzione della causa ad arbitri – Inopponibilità della clausola ai sensi dell'art. 83 bis L.F. – Esclusione – Fondamento.
La clausola compromissoria contenuta nello statuto di un consorzio - che prevede la competenza arbitrale per qualunque controversia tra i soci ed il consorzio è opponibile anche all'assuntore del concordato dell'impresa consorziata dichiarata fallita e poi esclusa, in relazione alla controversia che abbia ad oggetto la domanda di condanna del consorzio a corrispondere all'impresa fallita la quota parte di sua spettanza della somma ricevuta a titolo di risarcimento dei danni da parte del committente, dovendosi tale controversia annoverare tra quelle relative ai diritti inerenti al rapporto associativo poiché inscindibilmente correlata alla partecipazione, non ad una posizione autonomamente attribuita al fallimento, ma già inerente la posizione della consorziata "in bonis", quale diritto patrimoniale ricollegato alla partecipazione all'ente collettivo. (Massima ufficiale)
[con riferimento al principio secondo cui «il curatore fallimentare, che agisca giudizialmente per ottenere il pagamento di una somma già dovuta al fallito, esercita un'azione rinvenuta nel patrimonio di quest'ultimo, collocandosi nella medesima sua posizione, sostanziale e processuale, sicché il terzo convenuto in giudizio dal curatore può legittimamente opporgli tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre all'imprenditore fallito», cfr. in questa rivista: Corte di Cassazione, Sez. VI civ.- 1, 08 novembre 2018, n. 28533https://www.unijuris.it/node/4855; con riguardo al principio di diritto, secondo cui, in caso di chiusura del fallimento per concordato fallimentare, anche l'assuntore che agisca giudizialmente per ottenere il pagamento di una somma già dovuta al fallito esercita un'azione rinvenuta nel patrimonio di quest'ultimo, collocandosi nella medesima sua posizione, sostanziale e processuale: sicché il terzo convenuto in giudizio può legittimamente opporgli tutte le eccezioni che avrebbe potuto opporre all'imprenditore fallito, compresa quella di compromesso: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 31 maggio 2017 n. 13762 https://www.unijuris.it/node/3487; in tema di improcedibilità ex art. 83 bis l. fall. dell'arbitrato pendente, una volta sciolto il contratto contenente la clausola compromissoria in virtù delle regole sugli effetti del fallimento con riguardo ai rapporti giuridici preesistenti, di cui agli artt. 72 ss. 1.fall., ma, viceversa, di non applicabilità di detto articolo quando lo scioglimento del rapporto sociale si verifichi per effetto di una norma statutaria che prevede l'esclusione dal consorzio in caso di fallimento della consorziata: Cassazione civile, sez. VI, 23 Ottobre 2017, n. 25054 https://www.unijuris.it/node/3886; quanto al fatto che la scelta del curatore di subentrare nel contratto sociale faccia salva, come indirettamente confermato dall’art. 83 bis l.fall., al pari di tutte le altre clausole in esso contenute, anche quella particolare clausola: Corte di Cassazione, Sez. I civ., 30 settembre 2019, n. 24444 https://www.unijuris.it/node/5100]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)