Tribunale di Modena – Concordato preventivo: limiti alla proponibilità da parte dei creditori anteriori, ad omologazione avvenuta, di azioni esecutive nei confronti del debitore.
Versione stampabileTribunale Ordinario di Modena, 05 ottobre 2021 – Giudice dell'Esecuzione Giulio Zanfanti.
Concordato preventivo – Omologazione – Fase dell'esecuzione - Creditori anteriori – Possibilità di agire esecutivamente - Limiti - Giudice dell’esecuzione – Vaglio da eseguirsi.
In materia di concordato preventivo, stante che ai sensi dell'art. 168 L.F. il divieto per i creditori, per titolo o causa anteriore, di iniziare o proseguire azioni esecutive e cautelari sul patrimonio del debitore è previsto abbia efficacia solo fino a quando il decreto di omologazione diventa definitivo e stante però, altresì, che con la suddetta data finale non si esaurisce il concordato, ma solo la c.d. fase giudiziale, in quanto a questa segue la fase di esecuzione, disciplinata dall'art. 185 L.F., si deve ritenere che, a partire dal provvedimento di omologa del concordato fino a quanto non si è conclusa la seconda fase, detti creditori possano agire in executivis, ma solo per quella parte di credito loro riconosciuta nel corso della procedura; ciò per evitare prevaricazioni di un creditore a danno degli altri creditori, ma anche per evitare che un creditore rimanga danneggiato da una non corretta esecuzione del concordato in sede di riparti parziali e conseguenti pagamenti. Spetta pertanto al giudice dell'esecuzione, nel caso in cui un creditore, ad omologazione avvenuta, proponga un'azione esecutiva nei confronti del debitore, verificare che la stessa non sia in contrasto con le previsioni del piano, ma altresì che il concordato non si sia reso inadempiente nei confronti di quel creditore, rispetto al credito riconosciutogli in corso di procedura. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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