Corte di Cassazione (11626/2020) – Reato di corruzione e compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio, ex art. 319 c.p., commesso dal coadiutore della procedura fallimentare.
Corte di Cassazione, Sez. VI pen., 07 aprile 2020, n. 11626 – Pres. Ersilia Calvanese, Rel. Alessandra Bassi.
Fallimento – Acquisizione dei beni - Coadiutore della procedura – Atti volti a favorire un acquirente in cambio di denaro – Compimento – Reato ex art. 319 c.p. – Consumazione.
E’ chiamato a rispondere del reato di cui agli artt. 319, “corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio”, e 110 c.p., “pena per coloro che concorrono nei reati, il soggetto che nella sua qualità di coadiutore della procedura fallimentare abbia richiesto e ricevuto da altri soggetti, parimenti chiamati in giudizio ai sensi dell’art. 321 c.p., una somma di denaro quale corrispettivo per il compimento di atti contrari ai suoi doveri dell'ufficio, finalizzati a favorire alcune società nell'acquisizione, a condizioni vantaggiose e con preferenza rispetto ad altri potenziali acquirenti, di beni dell'azienda della fallita, atti consistiti, in particolare, nello stipulare, in epoca antecedente alla gara un contratto di affitto di azienda ed un contratto di consulting e management con il quale il fallimento riconosceva un cospicuo corrispettivo a fronte di prestazioni imprecisate e prive di effettivo valore commerciale, sì da consentire una corrispondente riduzione del prezzo di acquisto. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
http://www.fallimentiesocieta.it/sites/default/files/Cass%20pen%20n.%2011626%20.pdf