Corte di Cassazione (3949/2018) – Fallimento dell’utilizzatore di un leasing: insinuazione al passivo da parte del concedente del credito per canoni scaduti non pagati e prova del diritto all’ammissione.
Corte di Cassazione, Sez. I civ., 19 febbraio 2018 n. 3949 – Pres. Antonio Didone, Rel. Giuseppe Fichera.
Contratto dileasing finanziario – Concedente - Crediti vantati per i canoni scaduti e rimasti insoluti – Insinuazione al passivo – Ammissione - Prova dell’esistenza del titolo – Presupposto sufficiente – Inadempimento – Prova non richiesta – Prova contraria - Onere dell’utilizzatore.
In tema di contratto di leasing, in relazione ai crediti vantati per i canoni scaduti e rimasti insoluti, il concedente è tenuto soltanto a provare l'inadempimento dell'utilizzatore alle scadenze prefissate, restando onere di quest'ultimo, dimostrare l'integrale pagamento delle somme dovute (Principio di diritto) [nello specifico la Corte ha, pertanto, cassato il decreto mediante il quale il Tribunale aveva respinto l’opposizione allo stato passivo proposta dal concedente di un leasing finanziario, stipulato quando l’utilizzatore, poi fallito, si trovava ancor in bonis, con riferimento ad un suo credito per canoni scaduti e rimasti insoluti, per non avere l’opponente prodotto in giudizio gli estratti conto relativi a quel rapporto, in ragione del fatto che risultava sufficiente la prova della sussistenza del titolo e non anche dell’avvenuto inadempimento della controparte]. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)
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