Tribunale di Ivrea – Giusto prezzo di aggiudicazione: sproporzione tra la perizia di stima e il prezzo di mercato.
Tribunale di Ivrea, 11 ottobre 2012 – Pres. Peila, Est. Buffoni.
Liquidazione dell’attivo fallimentare – Art. 108, comma 3, L.F. – Sospensione della vendita – Inadeguatezza del prezzo – Constatata esistenza di idonei elementi di prova – Necessità.
Liquidazione dell’attivo fallimentare – Determinazione del giusto prezzo – Perizia di stima – Valutazione di altri elementi – Necessità.
Liquidazione dell’attivo fallimentare – Determinazione del giusto prezzo – Notevole sproporzione tra il prezzo di aggiudicazione e quello effettivamente conseguibile – Manifestazione tipica – Nuova offerta.
In tema di liquidazione dell’attivo fallimentare, al giudice delegato è attribuito, ai sensi dell’art. 108, comma 3, L.F., il potere discrezionale di disporre la sospensione della vendita anche ad aggiudicazione avvenuta, purché sia esplicitato un coerente criterio idoneo a sorreggere l’esercizio di tale potere, con riguardo alle finalità cui la sua attribuzione risponde (la realizzazione del massimo valore pecuniario in vista del massimo risultato utile per la massa dei creditori), risolvendosi il suo difetto in una violazione di legge. Il giudizio deve pertanto riguardare l’inadeguatezza del prezzo offerto in sede di aggiudicazione rispetto a quello ritenuto giusto, per essere il primo notevolmente inferiore al secondo, ciò implicando non una mera comparazione tra prezzo offerto e ipotetico astratto valore del bene, bensì la constatata esistenza di elementi idonei a far seriamente ritenere il prezzo di aggiudicazione notevolmente inferiore a quello giusto (quali nuove offerte di acquisto, indebite interferenze, modalità di attuazione della vendita precedente) (Cass. 28836/2008). (Irma Giovanna Antonini – Riproduzione riservata)
La perizia di stima non è decisiva al fine della determinazione del giusto prezzo: è necessario avere riguardo anche ad altri elementi per verificare l’eventualità di uno scostamento tra valore astratto e prezzo di mercato. In particolare, il giusto prezzo si può definire come il prezzo di mercato del bene determinato dal gioco delle offerte al rialzo, una volta che tutti gli interessati in offerta e in aumento abbiano avuto la possibilità di esprimersi (Cass. 10539/1996). (Irma Giovanna Antonini – Riproduzione riservata)
La manifestazione più frequente e tipica della ravvisabilità di una notevole sproporzione tra il prezzo di aggiudicazione e quello effettivamente conseguibile è costituita dall’effettuazione di una nuova offerta, il cui valore sintomatico può anche prescindere dalla tempestività. Come la presenza di una nuova offerta (anche tardiva) può indurre il giudice a riscontrare l’ingiustizia del prezzo di aggiudicazione, così la mancanza assoluta di offerte più alte (anche tardive) può indurre lo stesso giudice a ritenere che il prezzo di aggiudicazione sia effettivamente quello congruo in quanto determinato dalle condizioni del mercato. (Irma Giovanna Antonini – Riproduzione riservata)
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