Tribunale di Brescia – Capacità processuale del fallito in ordine a rapporti personali e patrimoniali extra fallimentari. Non rilevabilità d’ufficio del difetto di legittimazione.

Tribunale di Brescia 13 aprile 2016 – Est. Canali.

Dichiarazione di fallimento – Rapporti incidenti sulla massa dei creditori - Incapacità processuale relativa del fallito -  Rapporti personali o patrimoniali extra fallimentari – Possibilità per il fallito di agire o resistere in causa.

Fallimento – Difetto di capacità processuale del fallito – Curatore – Legittimazione ad eccepire –Giudice - Irrilevabilità d’ufficio.

La dichiarazione di fallimento non priva in modo assoluto il fallito della capacita processuale, ma lo pone in una stato di incapacità relativa che gli consente  di agire e/o resistere sul piano processuale, senza autorizzazione o sostituzione del curatore, in ordine a tutti i rapporti personali e patrimoniali extra fallimentari, essendo questi inidonei ad incidere sulla massa dei creditori che partecipano al concorso (nello specifico, la dichiarazione di fallimento non ha impedito ad un creditore  ipotecario di ottenere nei confronti di un fallito una pronuncia di condanna per fini non concorsuali, ossia al limitato scopo di ottenere un titolo esecutivo funzionale all’escussione di un terzo che, anteriormente al fallimento, aveva concesso ipoteca immobiliare a vantaggio del debitore). (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

Secondo Cassazione, essendo la perdita della legittimazione processuale del fallito solo relativa alla massa dei creditori che partecipano al concorso, soltanto a questi è consentito di eccepire nel corso di un giudizio, per il tramite del curatore, l’eventuale difetto di capacità del fallito, con la conseguenza che se il curatore rimane inerte, in particolare non costituendosi in giudizio, il giudice non può rilevare d’ufficio tale difetto. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

http://www.ilcaso.it/giurisprudenza/archivio/14862.pdf