Tribunale di Venezia – Insinuazione al passivo della Cassa Edile, del lavoratore subordinato e dei fondi complementari.
Versione stampabileTribunale di Venezia, 03 Dicembre 2015. Est. Martina Gasparini.
Cassa Edile -Insinuazione al passivo – Crediti relativi a retribuzioni dei dipendenti del fallito – Ammissibilità – Contributi dovuti al Fondo di previdenza complementare – Esclusione
Il rapporto fra la Cassa Edile e il datore di lavoro si configura come una delega da parte del datore di lavoro, che risulta formata con l’iscrizione alla Cassa, per il pagamento in favore del lavoratore per accantonamenti per ferie, gratifica natalizia e riposi annui, sicché certamente sussiste la legittimazione della Cassa Edile all’insinuazione al passivo per i crediti che il lavoratore vanta a tale titolo nei confronti del datore di lavoro. Non vi è invece alcun elemento per sostenere che la Cassa Edile possa proporre l’insinuazione per il credito vantato da un soggetto giuridico del tutto diverso ovvero il fondo previdenziale. I contributi alle forme pensionistiche complementari hanno, infatti, carattere previdenziale e non rientrano nella retribuzione. I versamenti al fondo sono infatti effettuati dal datore di lavoro sia quale delegato del lavoratore all’adempimento, sia quale obbligato diretto per la quota parte da lui dovuta in forza delle norme istitutive dei fondi e nel caso di omesso versamento e fallimento il lavoratore può chiedere direttamente al fondo di integrare i contributi omessi. E lo stesso lavoratore, al fine di fare valere una eventuale insinuazione per somme dovute a titolo di previdenza complementare non è direttamente legittimato in quanto tale, proprio perché non è esso stesso creditore rispetto a tale prestazione, ma può solo eventualmente richiedere l’ammissione del credito facendo valere in via surrogatoria la posizione creditoria del Fondo in ipotesi di sua inerzia. (Francesco Gabassi – Riproduzione riservata)