Corte di Cassazione – Fallimento: annullamento della condanna per bancarotta documentale di un amministratore, da tempo cessato dalla carica, in presenza di elementi probatori insufficienti e contrastanti.

Corte di Cassazione, Sez. V pen., 05 gennaio 2017 n. 537 - Pres. Bruno, Rel. Gorjan.

Fallimento – Socio amministratore anteriormente cessato dalla carica – Relazione del curatore  - Circostanze apprese dal liquidatore ma non accertate – Corte d’Appello -   Condanna per bancarotta -  Corte di Cassazione - Annullamento con rinvio - Presenza di elementi di fatto contrastanti – Necessità di una valutazione più adeguata.

Deve essere annullata con rinvio, per la presenza di elementi fattuali contrastanti e per una più adeguata valutazione del compendio probatorio,  la condanna, da parte della Corte territoriale,  per bancarotta documentale, ai sensi dell’art. 223 L.F., dell’amministratore di una società, poi fallita, che continuò ad essere operativa  due anni dopo la cessazione da parte sua dalla carica di amministratore e di socio a seguito della vendita delle sue quote sociali ad un successivo amministratore che proseguì l’attività quale socio di maggioranza (e nei cui confronti pende un’accusa di bancarotta patrimoniale, dalla quale , viceversa, il precedente amministratore è risultato assolto), onde le scritture contabili furono da quel momento in possesso di un diverso soggetto; nello specifico per sei mesi da parte del nuovo amministratore e per i successivi diciotto mesi di un liquidatore, che, in carica al momento del fallimento, si sarebbe potuto verosimilmente considerare il primo responsabile delle mala tenuta delle scritture e che, viceversa, fu considerato a tal punto attendibile da parte del curatore da fondare le sue rilevazioni circa la responsabilità dell’imputato basandosi sulle sole dichiarazioni, verosimilmente interessate, fornitegli dallo stesso liquidatore. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

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