Corte di Cassazione (34214/2023) – Solo il curatore, ai sensi dell'art. 66, II comma, L.F. può ampliare “a cascata” l'ordinaria azione revocatoria, nei confronti dei subacquirenti del bene originariamente ceduto al convenuto.
Versione stampabileCorte di Cassazione, Sez. III civ., 06 dicembre 2023, n. 34214 - Pres. Danilo Sestini, Rel. Chiara Graziosi.
Revocatoria ordinaria nei confronti del contraente immediato – Proposizione in corso di giudizio di ulteriore domanda nei confronti dei terzi subacquirenti – Inammissibilità - Revocatoria “a cascata” proponibile solo dal curatore in ambito fallimentare – Fondamento.
In tema di azione revocatoria ordinaria, il creditore non può inserire, nel giudizio da lui attivato ex art. 2901, comma 1, c.c., un'ulteriore domanda nei confronti del terzo, non partecipe del negozio originario, che abbia successivamente acquistato il medesimo immobile, poiché, potendo il suo acquisto essere pregiudicato solo in presenza dei presupposti di cui all'art. 2901, comma 4, c.c., la domanda nei suoi confronti non può dirsi né di garanzia né comune a quella inizialmente introdotta, secondo quanto richiesto dall'art. 106 c.p.c. per la chiamata del terzo, e tenuto conto che solo il curatore fallimentare, rappresentando la massa creditoria, può ampliare "a cascata", ai sensi dell'art. 66, comma 2, L. fall., l'ordinaria azione revocatoria contro tutti i successivi subacquirenti, attesa la necessità di assicurare, in ragione della superiore difficoltà di recupero, una più intensa tutela dei creditori dell'alienante caduto in fallimento. (Massima Ufficiale)