Cassazione civile – Termine per l’insinuazione al passivo fallimentare dei crediti sorti in corso di procedura.

Corte di Cassazione, Sez. I, 31 luglio 2015, n. 16218 –  Pres. Forte, Est. De Chiara.

Fallimento – Insinuazione tardiva al passivo – Crediti sorti in data successiva alla dichiarazione di fallimento -  Deposito del decreto di esecutività - Termine di decadenza annuale – Inapplicabilità.

Fallimento – Insinuazione tardiva al passivo – Credito sopravvenuto - Non imputabilità del ritardo e applicabilità dell’art. 101, ultimo comma L.F. – Insostenibilità.

L'insinuazione al passivo dei crediti sorti in data successiva alla dichiarazione del fallimento non è soggetta al termine di decadenza di cui all'art. 101, commi primo ed ultimo, legge fallim. (principio di diritto). Nuovi crediti concorsuali possono infatti sorgere (nei casi previsti dalla legge) durante tutto l'arco della procedura fallimentare, anche in fasi assai avanzate della stessa, sicché il termine annuale previsto da tale disposizione ben potrebbe essere già scaduto alla data del sorgere del credito. (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

Non si può sostenere che, costituendo il carattere sopravvenuto del credito ragione di non imputabilità del ritardo, l’insinuazione tardiva del credito sorto nel corso della procedura fallimentare, decorso il termine annuale, sarebbe comunque ammissibile ai sensi dell'ultimo comma  dell’art.101 L.F., in quanto non sempre il credito sorge in epoca successiva alla dichiarazione del fallimento per cause indipendenti da colpa del creditore (ad esempio, ciò non avviene per il credito del convenuto in revocatoria che abbia restituito quanto aveva ricevuto ai sensi dell'art. 70, secondo comma, L.F.) (Pierluigi Ferrini – Riproduzione riservata)

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